E’ un gioco, una poesia, o si tratta, invece, di un articolo del tutto veritiero? Benvenuto, benvenuta, questa è la pagina della fortuna. Qui sono presenti gli elementi più propizi che la buona sorte possa mai rallegrarsi di offrirti. Tuttavia, affinché si concretizzino, è indispensabile che tu ti dimostri compassionevole nei confronti di chiunque si trovi in difficoltà. E la vita, la tua coscienza, ti ricambierà. Ma cos’è la compassione, pietà, benevolenza, empatia, amore, carità, desiderio del bene?
Cos’è la compassione?
I capisaldi da cui scaturisce la compassione, elencati in ordine sparso, sono pressappoco:
- La consapevolezza che tutto è uno.
- L’impermanenza, ossia la caducità di tutto ciò che a uno sguardo superficiale appare solido quanto imperituro.
- L’interdipendenza. Non siamo affatto monadi isolate, ma esseri che vibrano in risonanza e di converso condividono, loro malgrado, tanto la gioia quanto la sofferenza.
- Un innato spirito di reciprocità. L’appartenenza a una medesima famiglia, quella umana, non è solo una mera questione genetica. Prim’ancora che il corpo fisico condividiamo la coscienza.
- L’empatia. Senza nemmeno rendercene conto ci identifichiamo – ci confrontiamo -, di continuo, gli uni con gli altri.
- La vacuità. Ovverosia il superamento dell’ego-ismo. La compassione è una forma d’amore completamente priva dell’ego.
Pensi che ve ne siano altri? Lo sviluppo dell’articolo è in itinere, ti prego di suggerirmeli. Buona parte dei concetti formulati in meditare.it sono stati proposti dai visitatori. Spesso e volentieri mi sono limitato a rielaborarli e redigerli.
Questo piccolo grande mondo è come una casa comune che ci accoglie e sostiene senza curarsi delle difficoltà contingenti di bontà e cattiveria, valore e demerito. Ciò perché la sola e basilare differenza consiste innanzitutto nella consapevolezza. Quanto più sei o diventi consapevole, tanto più riesci a scorgere le qualità intrinseche negli esseri e nelle cose.
Ora è inverno (lo era quando ho scritto l’articolo) e la natura più profonda sembra dormire. La superficie ti lascia intravedere un mondo relativamente piatto in cui predomina soprattutto la sofferenza. Ma la realtà della vita è ben oltre le sue stagioni. Se vuoi conoscere l’intramontabile gioia spirituale del suo sostrato inerente dovrai divenire compassionevole. E’ il metodo più scientifico per essere davvero compassionevoli è la meditazione.
Meditazione
Il metodo che sto per descrivere – uno tra i tanti – consta, così come suggerisce la tradizione, di tre passi: contemplazione, concentrazione, meditazione. Un esempio.
- Seleziona un soggetto – supponiamo una foto che richiami concetti, istanze o personaggi, soprattutto religiosi – e osservalo in tutti i suoi dettagli riflettendo (soffermandoti) su ciascuno di essi quanto basta per assimilarli. Quindi considera l’immagine nella sua valenza complessiva. Contempla la foto. Anche se rilevi o ne percepisci ancora le qualità più estrinseche non formulare giudizi.
- Restringi il campo d’attenzione ad un numero di particolari o aspetti via via più esigui sino a limitarti a quel determinato insieme che ti attrae o affascina di più. Se la tua attenzione risulterà ben desta e ti concentrerai abbastanza a lungo il passo successivo sarà pressoché spontaneo.
- Medita, ossia chiudi gli occhi e metti da parte la mente. Sia la foto che i pensieri sugli eventi o le circostanze o le associazioni che richiama o rappresenta non esistono più. In realtà l’immagine è come un recipiente vuoto il cui contenuto appartiene al regno dell’impermanenza. Rimani, quindi, con quell’assenza. Se pazienti a sufficienza da quel vuoto emergeranno via via – giorno dopo giorno – diverse impressioni. Ad esempio, nel caso della nostra foto: la presa d’atto di ciò che è o rappresenta l’immagine; la tua reazione emotiva, ossia indifferenza, partecipazione, stupore; il giudizio che più o meno consciamente formuli. La percezione di te stesso in rapporto al soggetto di meditazione si trasformerà ben presto in consapevolezza che tutti gli elementi di coscienza emersi sono episodi di una sola trama. Infine sorgerà la consapevolezza dell’uno. Puoi estrapolare questo metodo applicandolo a qualunque soggetto che avverti come fonte d’ispirazione.
Riepilogo. Il processo di meditazione: riflettere su un determinato argomento, valutarlo, sceverarlo, ossia pensare in una determinata direzione, cioè contemplarlo; quindi restringere il campo d’osservazione su un solo punto (aspetto), ossia concentrarsi; trascendere quel punto medesimo, ossia meditare.
Epilogo
Non confondere mai la compassione con il pietismo. Mentre la compassione scaturisce dalla viva consapevolezza che io e te siamo uno, se tu soffri soffrirò anch’io e se gioirai ne sarò quanto mai felice, il pietismo è un moto d’animo dell’Ego più superficiale che per tacitare la voce onnipresente della propria coscienza elargisce – o elemosina – aiuti occasionali che definisce solidarietà, beneficenza. Non confonderla nemmeno con il “buonismo sociale”, perché la compassione è innanzitutto consapevolezza che diventa giustizia. Tieni, infine, presente che giustizia e legalità sono concetti molto diversi e oggigiorno – a mio avviso – persino agli antipodi.