Gli aforismi riportati in questa pagina non sono tecniche di meditazione. Bisogna tener conto che si tratta di frasi o versetti avulsi dai contesti originari, citate a solo titolo informativo e non di formule esplicative. Prima di riportarli ecco, comunque, una breve precisazione.
Secondo la tradizione dello Yoga tutte le tecniche che concernono osservazione sono, più o meno direttamente, metodi per la sollecitazione di Ajna Chakra, definito pure terzo occhio, centro di comando, occhio spirituale.
Terzo occhio, metafora del punto di contatto tra lo spirito e il mondo, è sinonimo d’intuizione (buddhi, sanscrito). Tale facoltà si può coltivare e sviluppare praticando i metodi di osservazione, tra cui il più noto è Anapana Sati Yoga, ovvero l’attenzione rivolta al flusso naturale del respiro. Ma perché l’osservazione favorirebbe la percezione spirituale?
La propria interiorità non può essere investigata con i due occhi normali. La loro energia è protesa verso il mondo esterno. L’esplorazione interiore, al contrario, comporta una modalità percettiva nuova, diversa, che può essere realizzata solo da una inedita, singolare e straordinaria funzione accessoria, il sesto senso, l’occhio spirituale.
È sempre preferibile evitare la concentrazione diretta effettuata rivolgendo lo sguardo verso l’alto ad un ipotetico punto tra le sopracciglia. Tale pratica dovrebbe essere riservata unicamente ai meditatori molto esperti e sempre e solo qualora la percezione di tale presupposto centro interiore avvenisse spontaneamente come sviluppo naturale della pratica di attenzione, sia sotto il profilo di assorbimento che di penetrazione intuitiva.
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Con Terzo Occhio nelle tradizioni esoteriche orientali si intende il centro energetico situato sopra la parte centrale fra i due occhi fisici, all’incirca fra le sopracciglia. Quando è aperto e sviluppato, abilita al sesto senso, all’intuizione o in generale alla percezione dei fenomeni extrasensoriali e sottili. Viene chiamato anche sesto chakra o Ajna. … Il Terzo Occhio simboleggia un tipo di percezione allargata che va ben oltre le possibilità dei nostri organi di senso e permette una visione più ampia della realtà.
(Harald Wessbecher)
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“Se dunque il tuo occhio è singolo, tutto il tuo corpo sarà illuminato”.
(Matteo, 6, 22)
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(E’ da presumere che le Bibbie più antiche dicessero proprio “occhio singolo”, forma che si trova nella Bibbia di Martin Lutero e ancor oggi nelle traduzioni greche e inglesi. Più tardi, non comprendendo il vero significato della parola, i traduttori cambiarono “singolo” in “semplice” e poi ancora in “puro” N.d.T.). Durante la meditazione profonda, l’occhio unico o spirituale diventa visibile nella parte centrale della fronte. Le scritture si riferiscono in vari modi a questo occhio onnisciente: quale terzo occhio, stella d’Oriente, l’occhio interiore, la colomba che scende dal cielo, l’occhio di Shiva, l’occhio dell’intuizione, ecc.
(Paramahansa Yogananda, Autobiografia di uno Yogi. Roma, Astrolabio-Ubaldini Editore, 1971, p. 153)
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Saggezza Vedica – Chi, concentrando la mente in un solo punto, mediti assiduamente su di Me, l’Imperituro, e allo stesso modo rifletta sul proprio Sé nel loto del cuore, costui senza dubbio si libera. La mia forma è l’Assoluto scevro di dualità, privo di un inizio, di un mezzo o di una fine. Chi con devozione partecipa della mia luce splendente, che è essere, coscienza e beatitudine, quegli conosce l’imperituro.
(Vasudevopanisad, 25-28)
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– … non identificatevi … siate un testimone, un osservatore. Allora, se vi riesce di essere testimoni, sarete focalizzati nel terzo occhio. … anche l’opposto è possibile. Se siete focalizzati nel terzo occhio, diventerete un testimone.
– … focalizzati nel centro del terzo occhio la vostra immaginazione diventa potente, efficace. Ecco perché si è insistito così tanto sulla purezza …
(Rajneesh – Osho – Il libro dei segreti, Bompiani, 1978, p. 90 e seg.)
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Lo spazio tra i nostri due occhi (terzo occhio) non è uno spazio delimitato nel vostro corpo fisico. E’ lo spazio infinito che è penetrato in voi. Una volta che questo spazio venga conosciuto, non sarete più la stessa persona. Non appena conoscerete questo spazio interiore, avrete conosciuto l’immortale. Allora non c’è più alcuna morte.
(Rajneesh – Osho – Il libro dei segreti, Bompiani, 1978, p. 217)
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Se per un’ora al giorno fissi una fiamma e pratichi questa tecnica per alcuni mesi, il tuo terzo occhio inizia a funzionare alla perfezione. Diventi più attento, più luminoso.
(Rajneesh – Osho – Il libro arancione, Mediterranee, 1983, p.109)
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Escludendo il mondo esterno, con lo sguardo fisso tra le sopracciglia, i respiri affluenti ed effluenti che fluiscono regolari per le narici, con i sensi, la mente e l’intelletto sotto controllo, giunto alla meta della liberazione, il muni (saggio), gettati via desiderio, paura e ira, è per sempre libero.
(Bhagavad Gita – V, 27,28)
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Il corpo fisico ha due occhi – positivo e negativo – a causa della legge della relatività. Il corpo astrale ha soltanto un occhio, variamente chiamato: occhio spirituale, occhio singolo (dalla Bibbia cristiana), terzo occhio (dalla Bibbia indù), stella dell’est, stella di saggezza, colomba che discende dal cielo, occhio interiore, occhio intuitivo, occhio di Shiva, stella attraverso cui vedono i saggi, ecc. Quando fu battezzato dallo Spirito Santo, Gesù lo percepì come un suono cosmico o Cielo, e vide l’occhio spirituale come una colomba.
(Il Vangelo di Gesù secondo Paramhansa Yogananda. Volume primo. Edizioni Vidyananda)
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– I Maestri indù hanno insegnato che, per conquistare la più profonda conoscenza, bisogna focalizzare lo sguardo attraverso l’onnisciente occhio spirituale. Quando ci si concentra fortemente, anche chi non sia uno yoghi aggrotta la fronte nel punto fra le sopracciglia: il centro della concentrazione e dello sferico occhio spirituale, sede dell’intuizione dell’anima. Questa è la vera “sfera di cristallo” in cui guarda lo yoghi per apprendere i segreti dell’universo. Coloro che andranno abbastanza profondo nella loro concentrazione penetreranno quel “terzo occhio” e vedranno Dio. I ricercatori della verità dovrebbero perciò sviluppare la facoltà di proiettare la loro percezione attraverso l’occhio spirituale. La pratica dello Yoga aiuta l’aspirante ad aprire l’occhio singolo della coscienza intuitiva.
– L’intuizione, o conoscenza diretta, non dipende da alcun dato fornito dai sensi. Per questo la facoltà intuitiva è spesso chiamata il “sesto senso”. Tutti hanno questo sesto senso, ma la maggior parte delle persone non lo sviluppa. Tuttavia, quasi tutti hanno avuto qualche esperienza intuitiva, forse l’intuizione che una determinata cosa sarebbe dovuta accadere, sebbene non ci fosse alcun segno percepibile dai sensi a indicarlo.
(Paramahansa Yogananda, L’eterna ricerca dell’uomo. Roma, Astrolabio-Ubaldini Editore, 1980, p. 31-32)
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“Signore, esiste un metodo scientifico, oltre il Kriya, che può portare un devoto a Dio? s’informò uno studente.
“Si”, disse il Maestro. “Una via rapida e sicura che porta all’infinito è quella di tenere la propria attenzione fissa nel centro della Coscienza Cristica fra le sopracciglia”.
(Paramahansa Yogananda, Il Maestro disse. Roma, Astrolabio-Ubaldini Editore, 1970, p. 66)
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Coloro i quali non meditano regolarmente e profondamente sono irrequieti, ovunque essi meditino, e rinunciano dopo un breve sforzo. Ma se voi fate uno sforzo più grande, giorno dopo giorno, verrà l’abilità di immergervi più profondamente. Io non debbo fare alcuno sforzo, adesso; il mondo intero sparisce istantaneamente, quando chiudo i miei occhi e fisso istantaneamente il Centro Cristico (l’occhio spirituale, nella fronte fra le ciglia).
(Paramahansa Yogananda – “Man’s Eternal Quest” da “Spiritual Diary” – Copyright © 1968,1982 Self-Realization Fellowship Ninth printing, 1996 – http://www.yogananda-srf.org)
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Ora, vedete, nessun Gesù Cristo viene dall’esterno dentro la visione di nessuno. Nessun Rama, Nessun Krishna, nessun Buddha, nessun Baba Faqir si manifesta da fuori a nessuno. Queste visioni sono fenomeni provocati dalle impressioni e dalle suggestioni che il devoto ha già accolto nella propria mente. Queste impressioni e suggestioni gli appaiono come un sogno. Ma nessuno viene da fuori. Questa è la pura verità.
(Baba Faqir Chand, 1886-1981)
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Gli illusi non vedono l’anima quando lascia il corpo e nemmeno quando ci abita dentro. Non si può veder l’anima mentre si gode degli oggetti dei sensi o si agisce mossi dall’attaccamento alle passioni, all’ignoranza o alla purezza. Solo coloro che hanno l’occhio della saggezza vedono.
(Bhagavad Gita 15:10)
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Se uno tenesse la propria mente costantemente concentrata nel punto fra le sopracciglia (nel Centro Cristico), vedesse l’occhio spirituale e gli comandasse di ricaricare il corpo d’energia, esso lo farebbe. Facendo questo, la gente smetterebbe d’invecchiare.
(Paramahansa Yogananda – Alimentazione Yoga – Edizioni Vidyananda)
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Il terzo occhio non fa parte del corpo fisico, ma del corpo sottile, il secondo corpo, quello interiore.
(Osho – I segreti della trasformazione, Bompiani, 2000, p. 150)
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Quando il terzo occhio si apre per la prima volta, il buio sparirà, e ci sarà luce, una luce senza sorgente. … Per questo le Upanishad dicono che Dio non è come il sole o una fiamma. E’ una luce senza sorgente.
(Osho – I segreti della trasformazione, Bompiani, 2000, p. 169, 170)
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L’insegnamento giunge solo a indicare la via; ma la visione sarà di colui che avrà voluto vedere. … E’ necessario che l’occhio si faccia uguale all’oggetto per accostarsi a contemplarlo. … Il tuo occhio interiore ha dinnanzi a se una grande bellezza. Ma se cerchi di contemplarla con un occhio ammalato o non pulito, o debole, avrai troppa poca energia per vedere gli oggetti più brillanti e non vedrai nulla, anche se sei dinnanzi ad un oggetto che può essere visto.
(Sophia – Plotino. Commento: qui Sophia potrebbe essere quindi intesa come la saggezza di colui che osserva con occhio singolo, lo stesso che talvolta si scorge durante la meditazione)
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“Così come possediamo degli organi di senso che ci permettono di entrare in contatto con il mondo fisico, possediamo anche degli organi, dei centri sottili, grazie ai quali possiamo entrare in contatto con il mondo spirituale. Questi centri, che portano nomi diversi a seconda delle tradizioni, sono come antenne che ci collegano alle entità celesti. Quando Gesù diceva: «Se il tuo occhio è puro, tutto il tuo corpo sarà nella luce», alludeva a uno di questi centri. Dal punto di vista fisiologico, è un assurdità far dipendere lo stato del corpo dallo stato degli occhi, e del resto Gesù non ha parlato di occhi, ma di “un occhio”. Questo occhio, dal quale dipende tutto il corpo, è il centro attraverso il quale il Cielo tocca la terra in noi. Quest’occhio non solo può vedere, ma anche comprendere, sentire e persino agire, perché contiene in potenza le possibilità di tutti gli altri organi.”
(Omraam Mikhael Aivanhov)
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Grazie a Dio io possiedo il terzo occhio, intendo dire che è come se mi trovassi nel letto e potessi camminare passo dopo passo sulle colline rocciose e terre irregolari vedendo ogni pietra e fiore dove le mie vecchie gambe non mi porterebbero più.
(Beatrix Potter)
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Come è noto, l’occhio di Shiva è la ghiandola pineale, nei rettili primitivi la ghiandola pineale era il terzo occhio con cui i rettili vedevano la luce che viene dal sole allo zenit. Poi, nella scala filogenetica l’occhio è stato riassorbito e si è andato a collocare alla base del cranio. Questo occhio continua a vedere, assume informazioni dai nostri veri occhi e ha un forte scambio con gli ormoni della crescita …
(Mircea Cartarescu)
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…concentrarsi tra le sopracciglia: lì si trova il centro della mente interiore, della visione occulta, della volontà. Quel che si fa è dirigere fermamente il pensiero da quel punto su qualsiasi cosa scegliate come oggetto della concentrazione, oppure cercare, da lì, di vederne l’immagine. Se ci riuscite, dopo un certo tempo sentite che la vostra intera coscienza è concentrata in quel punto — naturalmente solo finché dura la concentrazione. Dopo averlo fatto per qualche tempo e spesso, diventa facile e normale.
(Sri Aurobindo – Lettere sullo Yoga – Libro 2 – cap. 10 – parte 1 – pag. 164)
Aforismi e cenni sul terzo occhio
Quando la mente si concentra,
prima o poi
si manifesta un segno.
Questo non e’ per tutti
il medesimo.
Per alcuni potrà essere
una forma
come una stella,
un diadema di gemme
o un filo di perle.
Altri lo avvertiranno
come un fior di loto,
la ruota di un carro,
il disco della luna,
il disco del sole.
Se appare un segno luminoso,
non bisogna cominciare a pensarci
né dargli attenzione diretta.
Il segno e’ originato
dalla percezione.
Perciò bisogna capire
che appare diverso
a causa della differenza
di percezione.
(Visuddhi Magga)
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L’ajna chakra è il chakra della mente ed è raffigurato da un loto bianco-splendente con due petali bianchi.
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Il “tilak” è il segno che in India viene applicato sulla fronte in prossimità del terzo occhio.
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Il bija-mantra del centro della mente è Om. È proprio in questo centro che lo yogi pronuncia Om al momento di allontanarsi e separarsi dal suo aspetto fisico.
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Che tenga ritti corpo, testa e collo, che resti immobile e guardi fissamente tra le sopracciglia, con sguardo che non vede.
Bhagavad Gita (IV, 13)
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Sempre che abbian fortuna, gioiscono gli stolti; se li prende la sventura oltremodo si abbattono; ma per coloro che procedono con l’occhio del discernimento, niente è la fortuna e niente è la sventura.
(Tirukkural 58: 389,167)
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Il centro dell’occhio spirituale: Nella fronte, tra le sopracciglia. Il Prana qui è riflesso dal centro midollare alla base del cervello. Questo centro è associato con l’esercizio della pura volontà e della contemplazione meditativa. La luce che si vede qui è blu scura con una cornice dorata; il blu centrato con una luce bianca brillante. Si afferma che l’oro sia la frequenza di “om”, il verbo, la forza creativa che pervade l’universo. Si afferma che il blu sia la frequenza universale di Dio, che regola le forze cosmiche in manifestazione. Il bianco è la frequenza della forza-coscienza pura e originale che precede la manifestazione. Stabile in questo chakra, la coscienza è rimossa dall’identificazione con il mondo. L’anima è autorealizzata, in grado di comprendere la realtà di Dio, e di risvegliarsi alla piena realizzazione del Supremo.
“The Book of life” di Roy Eugene Davis, CSA Press 1993
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La maggior parte della gente crede che dietro gli occhi chiusi ci sia soltanto il buio. Eppure, man mano che progredirete spiritualmente e vi concentrerete sull’occhio “singolo” nella fronte, scoprirete che la vostra vista interiore si è aperta. Contemplerete un altro mondo, un mondo di luce e di grande bellezza.
Paramahansa Yogananda – Come potete parlare con Dio, SRF, 1993, p. 12
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L’occhio della chiarezza è detto così perché dona la vista a tutti. Permette a ogni singola persona di entrare nel non-creato e non-condizionato, ciascuno a modo suo.
Saggezza buddista. Prajñaparamita
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Dichiaro che il superamento dell’attaccamento all’impurità del mondo è possibile per una persona che sa e vede, ma non per una persona che non sa né vede. Nella persona che sa e vede, nasce l’immacolato e penetrante occhio della verità; vedendo la verità, vede le cose così come sono; vedendo la verità, nasce l’occhio, nasce la conoscenza, nasce la saggezza, nasce la scienza e nasce la luce.
L’occhio della verità. Parole del Buddha, Samyutta Nikaya
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Ne “Le passioni dell’anima”, Cartesio afferma:
Articolo XXXI – C’è una piccola ghiandola nel cervello, nella quale l’anima esercita le sue funzioni più particolarmente che nelle altre parti. […] la parte del corpo in cui l’anima esercita immediatamente le sue funzioni non è assolutamente il cuore e neanche l’intero cervello, ma soltanto la più interna delle sue parti, che è una certa piccolissima ghiandola, situata nel mezzo della sua sostanza e sospesa al di sopra del condotto attraverso cui gli spiriti dalle sue cavità anteriori sono in comunicazione con quelli della posteriore, in modo tale che i più piccoli movimenti che avvengono in essa contribuiscono molto a mutare il corso di questi spiriti e, inversamente, i più piccoli cambiamenti che si producono nel corso degli spiriti contribuiscono molto a cambiare i movimenti di questa ghiandola.
Cartesio. Le passioni dell’anima. UTET – Torino – Originale: “Les passions de l’âme”.
Commento:
Recenti ricerche si avvicinano ulteriormente l’ipotesi cartesiana. Su New Scientist del 15 Dicembre 2007, a pagina 15, l’articolo intitolato “What is the soul, but a humble pineal gland” (Cos’è l’anima, se non una umile ghiandola pineale”):
«Forse Cartesio era nel giusto quando nel 1649 ha affermato che la ghiandola pineale fosse la sede dell’anima. Le scansioni del cervello relative all’area che circonda la ghiandola pineale suggeriscono che l’area venga attivata quando le persone meditano. “Non esiste una definizione di ‘anima’ nel campo scientifico” afferma Jyh-Horng Chen del National Taiwan University di Taipei, co-leader dello studio. “Comunque, i nostri risultati dimostrano una correlazione tra l’attivazione pineale e la meditazione che potrebbe avere implicazioni profonde per la comprensione fisiologica di mente, spirito e anima.»
Citato su Indranet.org
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L’occhio al centro di un triangolo è un simbolo molto diffuso nel cristianesimo e in certi movimenti spirituali. Rappresenta l’occhio di Dio che vede tutto. Questo non significa, come alcuni ingenuamente credono, che dal Cielo Dio sia occupato ad osservarci e ad annotare tutte le nostre buone e cattive azioni, per poi punirci o ricompensarci. Quell’occhio è dentro di noi, e ci osserva, ci sorveglia.
È auspicabile sentirsi sorvegliati dall’occhio interiore, perché è ciò che ci mantiene al riparo dagli errori. Anzi, noi dobbiamo chiedergli di posare sempre il suo sguardo su di noi, e rallegrarci quando, nel momento in cui stiamo per deviare, la sola sensazione di quello sguardo ci mantiene sulla buona via.”
Omraam Mikhael Aivanhov
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Concentrati sul Divino nell’occhio spirituale perché questa è la mia Vera Forma. Io non sono questo corpo di carne e ossa. Sono il servo di tutti.
(Lahiri Mahasaya)
Concentrate on the Divine in the Spiritual eye, because this is my real form. I am not this body made of flesh and bones. I am everybody’s servant.
(Lahiri Mahasaya)
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La ghiandola pineale, per la sua posizione centrale, per l’aspetto calcifico e il disegno creato al taglio anatomico, è sempre stata oggetto di concetti misterici.
(Da wikipedia.org)
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“Concentra la mente nel punto fra le sopracciglia (come nella meditazione) sul lago senza sponde della pace. Osserva l’eterno cerchio delle onde di pace che si propaga intorno a te. Quanto più osserverai con attenzione tanto più sentirai le piccole onde della pace diffondersi dalle sopracciglia alla fronte, dalla fronte al cuore, fino a permeare ogni cellula del tuo corpo. Ora le acque della pace si riversano oltre gli argini del tuo corpo e inondano il vasto territorio della tua mente. Le acque straripanti della pace dilagano oltre i confini della mente e continuano a scorrere in infinite direzioni.”
(Paramahansa Yogananda – Meditazioni metafisiche)
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Il tuo occhio interiore ha dinnanzi a sé una grande bellezza. Ma se cerchi di contemplarla con occhio ammalato, o non pulito, o debole, avrai troppo poca energia per vedere gli oggetti più brillanti e non vedrai nulla, anche se sei dinnanzi a un oggetto che può essere visto. Bisogna che i tuoi occhi si rendano simili all’oggetto da vedere, e gli siano pari, perché solo così potranno fermarsi a contemplarlo.
(Plotino Enneade VI)
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Che cosa vi è mai dietro l’oscurità degli occhi chiusi? – Questo interrogativo penetrò con forza nella mia mente. Un immenso bagliore si manifestò in quell’istante alla mia vista interiore … –
(Yogananda, Autobiografia di uno Yogi)
– Terzo Occhio – Amazon
– Terzo Occhio – Macrolibrarsi
– Terzo occhio (esoterismo) – Wikipedia
– Chakra – Wikipedia
– Ajna Chakra, Centro Frontale o Terzo Occhio (meditare.net)